NATALE A.D. 2020

F. Fontana, Seascape 1988

Il corpo è come Maria, e ciascuno porta in sé un Cristo: se ne saprà sopportare il travaglio, il suo Cristo nascerà, altrimenti questi tornerà in cielo, senza che se ne sia tratto beneficio.

JALAL AD-DIN RUMI

Sentimenti sparsi, impressioni, riflessioni disordinate e scomposte

“Nell’adolescenza dell’anno venne Cristo la Tigre” T. S. Eliot

C’è una spinta divergente che anima la nostra epoca decadente e tende ad allontanare dal centro e a confinare nella periferia dell’essere umano l’attenzione e l’ascolto. Costa fatica resistere alla corrente, nuotare in direzione opposta, come fanno i salmoni, che risalgono i fiumi e muoiono per stanchezza. Eliot diceva “nell’adolescenza dell’anno” ma è nell’adolescenza dell’uomo che il Cristo nasce e viene a portare guerra, che nel sangue si diviene adulti:

“Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada. Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell’uomo saranno quelli stessi di casa sua. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita la perderà; e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.” Matteo 10, 34-39

E ancora Gesù disse:

“Chi non odierà suo padre e sua madre non potrà essere mio discepolo, e chi non odierà fratelli e sorelle, e porterà la croce come faccio io, non sarà degno di me. Chi è arrivato a conoscere il mondo ha scoperto una carcassa, e di chiunque ha scoperto una carcassa il mondo non è degno.” Vangelo apocrifo di Tommaso

La figura del Cristo è radicale, chiama ad un cambiamento totale, alla devastazione del noto e all’apertura incondizionata verso l’ignoto, il Mistero. Nella Verginità di Sua madre c’è la chiave: la sua disponibilità incondizionata a prendersi il peso della Nascita senza che vi sia stata azione, un karma preso senza colpa, un atto di totale sottomissione, l’io piegato e sottomesso alla volontà di Dio.

Il Natale celebra Maria, è lei che da alla vita. Da alla vita una figura immensa, che io ho sempre percepito celebrata nella Pasqua di resurrezione, una figura che mal si concilia con le lucine colorate, i regali, gli auguri, i pranzi, il “pace e amore”. Ho sempre percepito tutto questo come un tentativo adolescenziale di esorcizzarne la portata, che altrimenti si finirebbe devastati da ciò che Egli ci indica: la carcassa del mondo, visibile nel gelido inverno, nel mese del Capricorno. Il Natale è nigredo dell’anima, è per me il punto più vicino alla morte, è il compimento del percorso di Maria, il parto di una ragazzina che ha dato alla luce nella totale sottomissione e rinuncia a sé, è la morte dell’io. È un profondo richiamo al centro, al silenzio, alla solitudine, alla paura, al vuoto, all’ignoro. Solo immergendocisi nasce il Cristo.

Aspettiamo Pasqua per rendergli omaggio, oggi lodo il parto di Maria.

Pubblicato da zunyapala

"Esiste una stanchezza dell'intelligenza astratta, che è la più spaventosa delle stanchezze. Non pesa come la stanchezza del corpo, né inquieta come la stanchezza della conoscenza emotiva. È un peso della coscienza del Mondo, un non poter respirare con l'Anima." F. Pessoa

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